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Volevo essere una vedova - recensione

Buongiorno lettori♡
In questa calda estate, anche la storia della mancata gatta morta Chiara si è conclusa, in questo ultimo capitolo di Chiara Moscardelli edito Einaudi, "Volevo essere una vedova".
Una storia che fa sì ridere, ma porta tanti spunti di riflessione per il mondo femminile, sull'accettarsi per come si è con i nostri difetti, amando noi stesse prima di chiunque altro.
Buone letture♡


TITOLO: VOLEVO ESSERE UNA VEDOVA
AUTORE: CHIARA MOSCARDELLI
DATA DI PUBBLICAZIONE: 21 MAGGIO 2019
CASA EDITRICE: EINAUDI
GENERE: ROMANZO
PAGINE: 210
PREZZO: 14,45/EBOOK 9,99


TRAMA

Che fine ha fatto Chiara, l'aspirante ma mancata gatta morta? L'abbiamo lasciata a trent'anni, senza uno straccio di fidanzato, e la ritroviamo a quarantacinque, ancora single. Com'è potuto accadere? Com'è arrivata a questa età senza sposarsi, fare figli, adeguarsi alla vita che sua madre e le zie, anche quelle degli altri, prevedevano per lei? Per capirlo Chiara si racconta, ai lettori e all'analista, ripercorrendo gli ultimi dieci anni: il trasferimento a Milano, dove sperava di accasarsi e invece ha trovato sciami di gay, il lavoro in una città che per certi versi le è ostile, i disastri sentimentali e il fatto che tutti, ma proprio tutti, persino il dentista o l'ortopedico, continuino a chiederle perché sia sola. Così, pur di non essere sottoposta al solito strazio, all'ennesima visita medica decide di spacciarsi per vedova, guadagnandosi uno status finalmente accolto dalla società. Se è vedova, allora qualcuno se l'era presa, anche se poi è morto!


RECENSIONE - COMMENTO

Sono passati quindici anni dall'ultima volta che avevamo lasciato Chiara nella sua città natale, alle prese con i suoi disastri e alla caccia del suo obiettivo, diventare una gatta morta! Ricordate la moltitudine di aneddoti, risate e compagni di vita che abbiamo incontrato? Per chi ancora non la conoscesse, Chiara è autrice, protagonista e voce narrante delle sue avventure, sempre con il sorriso sulle labbra, soprattutto nel lettore, pronta a raccontarsi a trecentosessanta gradi, senza fronzoli o barriere. Siamo dunque a Milano, città della nuova vita, dal punto di vista lavorativo, che sembra portare a Chiara un po' di stabilità, anche se con lei i guai sono sempre dietro l'angolo e nessuno può starne tranquillo.
Ci ritroviamo all'interno di una storia che a volte ha del bizzarro e dell'assurdo, ma che contiene anche numerosi frasi motivazionali e spunti di riflessione, in particolare per noi lettrici donne. Uno dei temi principali, infatti, è l'accettazione di noi stesse, con i nostri difetti, paure, ansie e imperfezioni, ma tutti presi come tratti caratteristici che sanno renderci uniche.
Ciò che dobbiamo fare, o imparare a fare, è accettarli, prenderli per buoni, riuscire a conviverci e lavorare su di noi per stare bene sia in solitudine, sia con le altre persone.
"Volevo essere una vedova" è un libro dalla narrazione molto fluida, di facile lettura e che occupa poche ore, ma fa sorridere e riflettere, grazie alle parole della sua autrice, che ho conosciuto proprio con "Volevo essere una gatta morta" e di cui sono certa di recuperare l'intera produzione.
Famiglia, amici e sé sono i principali temi che si incontreranno nelle sue pagine, entrando in contatto tra di loro e ponendo su vari livelli l'importanza di ognuno, fino al suo epilogo, alla scelta di Chiara di assumere uno status e avere un ruolo nella società.


"Perché, in fondo, non è mai davvero finita, anche se temi che sia così. Si può ripartire e guardare avanti, mai indietro, né restare fermi per paura di avanzare"

Cari i miei lettori, eccomi a consigliarvi una ventata d'aria fresca, una boccata d'ossigeno in una vita frenetica, un rallentare nell'eccesso, guardarsi intorno e godersi ogni più piccolo dettaglio.

VALUTAZIONE: ★★★★

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